Con l’arrivo di Ipazia, giustizia è fatta (in sala)

 

Venerdì di Repubblica, “La posta di Serra”

16 aprile 2010

 

Finalmente il 23 aprile arriva anche in Italia AGORA, il film di Alejandro Amenábar sulla morte annunciata della filosofa Ipazia. Il ritardo è grave e sospetto. Soprattutto perché potremo vederlo soltanto "dopo" le ultime elezioni... Amenábar è bravo come sempre, quando inquadra uomini piccoli come formiche che, in nome di diverse religioni, distruggono ogni sapere e si uccidono tra loro. Il pensiero religioso sull'anima, da due millenni, si realizza nella strage dei corpi. E delle menti. Nel caso di Ipazia, in più, c'è stata l'insopportabile realtà che fosse una donna. Da cancellare dal mondo degli uomini e dalla memoria della storia. Perché le donne, lo diceva san Paolo, devono stare in silenzio.

Paolo Izzo / e-mail

 

Faccio volentieri pubblicità al film di Amenábar. Non credo che sia distribuito con ritardo per ragioni elettorali. Ma non c'è dubbio che la polemica antireligiosa (nel senso di antidogmatica) del film sia molto poco sintonica con il clima politico e culturale del Paese. E sia malsopportata dai vecchi poteri clericali e dai "cristiani rinati" della Lega, che sono le nuove Guardie svizzere.

Michele Serra

  


 

Versione originale della lettera:

 

Ipazia che parla delle donne di oggi

Finalmente il 23 aprile arriva anche in Italia AGORA, il film di Alejandro Amenábar sulla cronaca della morte annunciata della filosofa Ipazia. Il ritardo è grave e sospetto. Soprattutto perché potremo vederlo soltanto "dopo" le ultime elezioni... Amenábar è bravo come sempre, quando inquadra uomini piccoli come formiche che, in nome di diverse religioni, devastano la Biblioteca alessandrina, distruggono ogni sapere e si uccidono tra loro, in un pianeta che diventa sempre più bello... man mano che ce ne si allontana. Quando il silenzio cresce. Quando la mente non è più affollata da astratte dispute su presunti dèi, ma torna a pensare senza credere. La mente di Ipazia, le sue idee, erano lì: lontane dal mondo delle formiche nere, in tenace, meravigliata osservazione di stelle erranti e movimenti rotazioni rivoluzioni. Sogno di bambina, sete di conoscenza di donna. Questo il significato di AGORA, ma il senso, a voler cercarlo, è anche un altro: che Ipazia sia stata uccisa perché donna, da quelli che la odiavano in quanto tale, libera e indipendente, identità e immagine, vitalità e fantasia. E da quelli che dicevano di amarla... Dai secoli dei secoli, la guerra di religione è la norma per imporre un dogma; il pensiero religioso sull'anima, da due millenni, si realizza nella strage dei corpi. E delle menti. Nel caso di Ipazia, in più, c'è stata l'insopportabile realtà che fosse una donna. Da fare a pezzi, annullare, cancellare dal mondo degli uomini e dalla memoria della storia. Perché le donne, lo diceva san Paolo, devono stare in silenzio. Cioè: non esistere.

Paolo Izzo

Roma, 2 aprile 2010

paolo@paoloizzo.net

 

 

 

(Venerdì di Repubblica

, 16 aprile 2010) © Paolo Izzo

 

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