Variazioni
sul tema / Spazi pericolosi
Costosissimi progetti aerospaziali portano dei
robot dove l’uomo non può ancora arrivare. Adesso è il momento di “Spirit” e di “Opportunity”, che rullano
beatamente sul pianeta Marte. Ma l’esplorazione dello spazio non si ferma qui e
il nostro sistema solare è trafficato di satelliti e sonde di
ogni tipo che osservano, controllano, scoprono…
«Signor presidente, ci sono importanti novità. Non le abbiamo
ancora divulgate, per vagliare con lei ipotesi e
strategie. Ebbene, la sonda “Peace
and Hope” si trovava nell’orbita di Giove quando per
un errore di calcolo ha sfiorato uno dei satelliti del pianeta: Ganimede.
Poteva trasformarsi in una catastrofe, la sonda è transitata a meno di dieci
chilometri dal satellite e lì ci sono catene montuose
che toccano gli ottomila metri! Invece questo passaggio
radente è stato provvidenziale. Abbiamo attivato gli impianti
videoterminali di “Peace and Hope”,
ottenendo rilevazioni a dir poco sbalorditive. C’è vita, signor
presidente! Esseri umani, edifici, strade. Evidentemente il grado di evoluzione è assai basso: Ganimede, laddove non ci sono
montagne, è pressoché desertico; il freddo e il caldo devono alternarsi con escursioni
termiche insopportabili. Ma immagini qualcosa che si
avvicina all’Africa. Ecco, sembrava di sorvolare certe zone
del Sahara… Ciononostante c’è vita; una vita organizzata, semplice,
apparentemente pacifica…».
«Mi scusi se
la interrompo, generale. Ha detto “apparentemente” pacifica?».
«Sissignore, signor presidente. Non potrei giurare su
questo, non si saranno nemmeno accorti del passaggio della nostra sonda.
Ma dalle riprese sembravano intenti alla vita di tutti
i giorni…».
«Non potrebbe
giurare… sembravano… Le faccio un’altra domanda,
generale: come crede che affrontino quelle escursioni termiche che lei giudica…
insopportabili?».
«Dispongono di sconfinati giacimenti di energia, una specie
di petrolio credo, cui sono collegati in maniera molto rudimentale e
dispersiva…».
«Ah, ecco! E come possiamo sapere se davvero, come dice lei, si tratta di una
popolazione semplice, pacifica, rudimentale addirittura. Lei ha parlato di Africa, ma a me sinceramente venivano in mente Iraq,
Afghanistan, Iran… Soltanto ricordi spiacevoli, insomma. Dove c’è una fonte di energia deve esserci senz’altro un sistema di difesa e
soprattutto un sistema di attacco. Nonché un qualche
dittatore di turno che gestisce il potere! Le faccio un’ultima domanda,
generale, prima che mi porti a vedere i video registrati a Ganimede:
nell’eventualità di attacchi terroristici provenienti
da questo satellite, quanto impiegherebbero i nostri ragazzi a raggiungerlo e a
liberarlo?».
(Zefiro, 07/04/04)© Paolo Izzo
Torna a Racconti