Sei personaggi inferma’ d’autore

(Bernardo Atxaga, “Sei soldati”, nottetempo 2003)

 

Viene in mente il vecchio Rashomon, leggendo Sei soldati di Bernardo Atxaga. Lì le discordanti versioni di un atto violento, fisico e psicologico. Qui una violenza soltanto psicologica, che ciascuno però racconta a modo suo, proprio come nel film di Akira Kurosawa.

I sei soldati del breve romanzo di Atxaga, commilitoni, forniscono diversi punti di vista, tracciando con brevi confessioni le loro realtà fortemente soggettive. Lo scrittore basco, da bravo burattinaio, li muove con maestria e, complice la bella traduzione di Fiammetta Biancatelli, porta in superficie ottusità e ingenuità, un errore giudiziario e una bizzarra indagine.

Su questa superficie naviga, indolente e sgradevole, un uomo di sughero. È lo 'strano' Fernando, il primo io narrante, che racconta la sua infanzia vissuta in solitudine e che da essa fa scaturire l'intera trama del libro. La rabbia inconscia di un ragazzino emarginato si è trasformata in una stolida vendetta nei confronti del mondo intero e principalmente di Raùl e della di lui madre, primo motore delle malignità di Fernando. Arriva il turno di Raùl, altrettanto infido, trasformatosi con il passare degli anni dall'adolescente capobanda che era all'apprensivo ciccione che tradisce pur di salvare la pelle: egli, pur non riuscendo a capire perché quel volto gli sia familiare, nutre un oscuro timore nei confronti della 'serpe' Fernando... Poi ci sono Uccellino, con la storia della sua gazza e di come sia finito in carcere per vendicarla e il compagno di cella Zanguiti, ingiustamente accusato di un crimine e perciò rinchiuso in questa prigione molto particolare. Il Professore e un finto ubriacone concludono lo scenario, cercando di riportare un minimo di giustizia in tutta la faccenda, con una goffaggine che sfiora il ridicolo.

Un romanzo di trasformismi, questo di Atxaga dove ogni personaggio ha tanti nomi e soprannomi, dove ogni storia rimanda a quella successiva e a quella di fondo, che serpeggia - appunto - in tutte le pagine… Tutti colpevoli di qualche bassezza, tutti giustificabili, tutti a loro modo innocenti, nella loro insanità di fondo. Così la stoltezza del sistema militaresco e la degradazione della società odierna in generale si fanno strada nella coscienza del lettore: l'abile Atxaga gli avrà fornito con ironia più di un indizio. E alla fine si rimane con l'idea legittima che laddove prevalgano l'indifferenza e l'anaffettività, persone apparentemente innocue, mediocremente normali, possono ritrovarsi in una palude sulla quale è ben difficile galleggiare. Anche se si è fatti di sughero.

 

 

(29/11/03)© Paolo Izzo

 

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