Scomunicatemi
Caro direttore, sono
arrivato a una conclusione: vorrei essere scomunicato
dalla Chiesa cattolica. Con la mia compagna ho formato una coppia di fatto;
siamo atei, siamo a favore della contraccezione, dell’amniocentesi,
della fecondazione assistita ed eterologa,
dell’aborto, della ricerca sulle cellule staminali
embrionali, dell’eutanasia. Preferiamo pensare, invece di credere. E pensiamo a una nascita umana sana, senza perversioni e senza peccato
originale. Siamo convinti che la Chiesa non si sia mai evoluta, se non perché
costretta dagli Stati laici, come il nostro non sembra essere più. Riteniamo,
ugualmente, che il clero sia una lobby, un potere politico-economico; e che il
Vaticano sia uno Stato come un altro, con le sue regole, il suo territorio, le
sue brame di espansione. E
nemmeno chiediamo che si torni “alle origini”, come si dice: a Gesù, a san Francesco o alla madonna; perché per noi essi
sono astrazioni, figure mitologiche, né più né meno di Giove, Bacco e Artemide. Perciò vogliamo starne fuori: se la Chiesa parla a nome dei cristiani, non parlerà più a nome nostro.
Vogliamo pensare alle donne e agli uomini come noi, occuparci dei nostri
bisogni e delle nostre esigenze di esseri umani, fatti
di psiche e di biologia e nati non prima di aver visto la luce con i nostri
occhi. Può bastare? A chi devo rivolgermi per formalizzare la questione? Paolo Izzo e-mail
(il Riformista,
05/05/07)©
Paolo Izzo
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