IL CASO 180

 

Caro direttore, concordo con chi sul suo giornale ha sollevato la questione della “intoccabilità” della legge 180. La cosiddetta legge Basaglia, a trent’anni dalla sua approvazione, rischia oggi di rimanere soltanto un manifesto dell’impotenza di certa psichiatria a pensare una cura per la guarigione e di perpetuare una sorta di negazione della malattia mentale. Di fatto, sono stati chiusi giustamente i manicomi, ma da allora la ricerca psichiatrica ufficiale, quando non si è fermata del tutto, non è che abbia fatto molti passi in avanti. In compenso sono cresciuti la produzione, la prescrizione e l’uso degli psicofarmaci e del paziente psichiatrico, quasi non ci fosse differenza tra un genitore e un medico, devono prendersi cura sostanzialmente i parenti… o i giudici, nei casi che arrivano alla cronaca nera. Dietro tutto questo c’è l’idea, disonesta e ipocrita, che siamo tutti un po’ matti, sin da quando veniamo al mondo. Per fortuna, ci sono anche eminenti psichiatri e psicoterapeuti che non credono al “peccato originale” di una malattia senza speranza, ma pensano anzi che sia possibile un ritorno alla sanità della nascita. Paolo Izzo www.paoloizzo.net

 

 

(il Riformista, 20/02/08)© Paolo Izzo

 

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