Si può ancora essere eterosessuali?
Caro Piero,
«non chiamate desiderio la pedofilia!». Così giovedì sera stavo per scriverti
in merito all’articolo di Saverio Aversa su Sandro
Penna. Quando, invece, sono stato travolto e distratto dal
desiderio (questo sì!) per una donna. Poi, la notte, ho dormito e
sognato bene. Ma venerdì, di nuovo, la “cultura” si è ripresentata col suo
carico razionale come un secchio di acqua gelata sulla
faccia. E stavolta è colpa tua. Perché, nel rispondere
alla bella lettera di Simone, spieghi che non si può rinunciare a Penna:
«passione per un corpo di adolescente», «violare la
norma sessuale», «mite e dolce peccato» - sono espressioni tue. E ancora: «se i peccati diventassero reati, o meritassero
censura, sarebbe la fine della nostra libertà». Sono espressioni tue e mi
dispiace, te lo dico da uomo a uomo. Perché tiri in ballo il concetto di peccato, che è forse la fonte
primaria di tutte le deviazioni cosiddette sessuali ma anche la loro
giustificazione intrinseca. Perché neghi che libertà e
violenza non possono andare d’accordo e neghi che la violenza non è soltanto
sul corpo ma anche sulla mente di un adolescente cui un poeta pubblico si
limiti anche solo a dedicare i suoi versi. E infine
perché fingi di non capire che Sandro Penna aveva sì chiesto aiuto, ma di
sicuro alla persona sbagliata, che gli avrà comunicato che siamo tutti
pederasti per dirla con Platone e con Freud o che
nella pedofilia c’è il desiderio (di cui lo stesso Freud
nulla sapeva) per dirla con il tuo giornale. E
invece non è così. Sono disposto a rinunciare a Penna, Mann
e Pasolini, non perché trasgrediscano la “norma sessuale”,
ma perché annullano, con la complicità della “cultura”, l’unica vera, assoluta
diversità: quella tra donna e uomo.
Matteo Wells via e-mail
Risposta del
direttore, Piero Sansonetti: "Quella
diversità tra uomo e donna, Matteo, fino ad oggi non è
stata rispettata dagli Stati, dai popoli, dall’opinione pubblica, dai maschi; è
stata lo spunto per le violenze, l’oppressione, le prepotenze del maschio sulla
femmina, perpetue e generalizzate. La violenza nei rapporti tra i sessi è lì,
nel maschio maschilista, non certo nell’omosessualità. Ti assicuro che c’era
più violenza in Hemingway che in Sandro Penna. Però
non vorrei mai - e nemmeno tu lo vorresti - che qualche cretino dicesse:
censuriamo Hemingway."
(Liberazione, 18/06/06)©
Paolo Izzo
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