Tuteliamo i gamèti!

 

Il paradosso della legge sulla fecondazione assistita sta tutto nell'assunto secondo il quale l'embrione, ammasso (anzi, coppia) di cellule, sarebbe persona e come tale andrebbe tutelato sin dalla sua formazione, per legge. Nessun estraneo dunque negli affari di una coppia di esseri umani, nessun bombardamento cellulare, nessuna ricerca su quello che accadrà, in seguito, alla creatura in questione...

Il mondo laico, ancora una volta sconfitto dalla maggioranza cattolica, perde due volte. E le battaglie vinte un tempo vengono aggirate con abile mossa strategica.

Ricapitoliamo, e mi si corregga se sbaglio: un massimo di tre embrioni possono essere "inoculati" nel ventre materno, attraverso fecondazione omologa cioè utilizzando il seme del solo aspirante padre e l’ovulo dell’aspirante madre. Su detti embrioni non può essere svolta alcuna analisi medica; nel senso che "o la va o la spacca": un embrione malato, che porterà a un feto malato, ma quel che più interessa ad un neonato malato, dovrà essere utilizzato lo stesso. Qui arriva un’aberrante contraddizione: allora e solo allora che si sia stabilito che l'embrione malato si è evoluto in un feto malato, si potrà ricorrere all'aborto! Ricerca no, aborto sì? Ovviamente si può sempre optare, citando un brutto ma efficace luogo comune, per mettere al mondo un infelice...

Tutto questo, come dicevo e come confermano le cronache, altro non è se non una strategia per aggirare l'ostacolo dell'interruzione di gravidanza ponendo l'inizio della vita sempre prima nel tempo: quando la faccenda della fecondazione assistita troverà la sua codificazione naturale e laica, allora si farà un altro passo indietro e si ricorrerà all'idea che anche lo spermatozoo e l'ovulo siano persone e come tali vadano tutelate! Rimarranno soltanto i problemi teologici su come e quando battezzare questi corpuscoli aventi diritto. Con buone probabilità si sfrutteranno i consigli di Laurence Sterne, il quale così scriveva nel suo geniale "La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo": "Il signor Tristram Shandy (...) Chiede di sapere se, dopo la cerimonia del matrimonio, e prima della consumazione, battezzare tutti gli Homuncoli in una volta, zic-zac, per iniezione, non sarebbe un metodo ancora più rapido e sicuro. A condizione, come sopra, che se gli Homuncoli fanno il loro dovere e vengono felicemente al mondo in seguito, ognuno di loro sia ribattezzato (...) E la cosa si possa fare par le moyen d'une petite canulle e sans faire aucun tort au père (...)"!

Chi scrive non ritiene che la vita umana cominci prima della nascita, che da tante e tali deformazioni vuole essere invece negata. Né mi sembra valido affermare che chi la pensa così debba dimostrare scientificamente la propria teoria, quando la teoria opposta – dio, anima e compagnia discorrendo – non sono affatto materia di esami scientifici.

La vita comincia quando l’individuo entra in rapporto con altri individui: il neonato incontra la madre, il padre e così via: pensare il contrario è sì un appiattimento della società su cui vigerebbe la sola regola divina, unica in grado di fare il bello e il cattivo tempo…

D’altro canto, il progresso si avvicina sempre di più alla vera scoperta dell’origine umana: frenarlo non servirà, come non serviranno le scuse quando tra cent’anni si vorranno riabilitare i vari Galilei che a questa scoperta saranno giunti!

 

 

(Nuova Agenzia Radicale, 16/12/03)© Paolo Izzo

 

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