L’epoca del luogo comune
Quando Oriana Fallaci
scrisse “La rabbia e l’orgoglio” sul
«Corriere della Sera» rimasi a dir poco indignato e le risposi su «Nuova
Agenzia Radicale». Uno stralcio della mia lettera aperta (quello evidenziato in
grassetto) fu ripreso da Corrado Augias nella sua
rubrica su «
È sempre
così. Succede qualcosa di tragico, di inenarrabile; la sensibilità e l’intelligenza
faticano a riprendersi dallo sgomento, a rimettere insieme i cocci, a cercare
le parole e i fatti giusti per reagire, evitando a tutti i costi i luoghi
comuni e le banalità…
Nel frattempo
il primo della classe, con il suo
carico di nozionismo, di verità scelte, di certezze incrollabili si è già messo al lavoro… Sta stilando il suo tema da 10 e
lode. E mentre ti impegni per documentarti, per capire,
per trovare, il primo della classe ha già le sue cinquanta pagine
pronte. Piene di retorica, di demagogia, di citazioni dotte…
10
e lode.
E qualunque cosa venga dopo sarà inutile o, nella
migliore delle ipotesi, verrà tacciata di invidia!
Ma qualcosa,
dopo, arriva lo stesso. Certo, bisogna mettere in conto sia la rabbia, sia
l’orgoglio (stavolta la tua rabbia, il tuo orgoglio). Bisogna considerare che
si è stati bruciati sul tempo, che non si ha più
tempo. Bisogna ammettere che il primo della classe ti ha già
trascinato al suo livello di scontro, nel campo dei luoghi comuni, dove
cinquanta pagine non basteranno più a confutare le sue teorie farneticanti.
La
tentazione, fortissima, sarà quella di tracciare una lista,
una lista numerata, delle omissioni, delle falsità, delle ipocrisie contenute
in quel bel tema!
Qualcosa del
tipo:
1)
Cara Fallaci, non ho mai nemmeno lontanamente
pensato “bene-agli-americani-gli-sta-bene”.
Sarei pronto allo scontro dialettico e fisico, se un mio amico pronunciasse o
pensasse una frase del genere.
2)
Non trovo niente di strano nella compattezza
degli americani all’indomani della tragedia. Né mi stupirebbe la compattezza degli italiani in un
frangente simile.
3)
Anche io conosco bene la storia
dell’Indipendenza degli Stati Uniti, della Rivoluzione francese, dell’unità
d’Italia (la minuscola per l’unità è d’obbligo, su questo sono d’accordo con lei), ma ritengo che non c’entri nulla con gli atti
terroristici dell’11 settembre.
4)
Cara Fallaci, leggendo il suo tema sugli americani, non ho trovato nemmeno una parola
sui neri d’America e su quello che hanno patito e che continuano a patire. Né sui desaparecidos
che ancora vengono pianti in quei paesi del Sud America
in cui sotto gli occhi e con il bene placito di tutti si sono istaurati regimi
totalitari. Né sugli
Indiani d’America, per andare un po’ più indietro nel tempo.
5)
Quando cita Pearl Harbor non ricorda il bombardamento della città di Tokio
che ne seguì, quando cita i giapponesi non ricorda le bombe atomiche sganciate
su Hiroshima e Nagasaki, quando cita il Vietnam e i salamelecchi con cui vengono oggi accolti gli ex presidenti USA non ricorda la
pazzia di quella guerra, quando cita i nazisti non ricorda che essi non erano
musulmani, ma cristiani, quando cita i sovietici non ricorda che non erano
musulmani, ma atei come lei e me.
6)
Quando parla della televisione, ha forse
dimenticato di sottolineare che se in America ci sono
almeno 10 amatori con le cineprese pronti a filmare anche un cagnolino
investito da una macchina, non vale lo stesso nei paesi “di cultura inferiore”,
come dice lei. Della guerra del Golfo, per esempio, mi ricordo soltanto riprese
notturne con dei raggi verdi a rappresentare i missili che, ci dicevano, erano diretti soltanto su obiettivi militari. Non mi pare ci
siano state vittime tra i civili in Iraq…
7)
Cara Fallaci, fino a prova contraria e fino ad
oggi, soltanto la religione cristiana,
cosiddetta occidentale, si è spinta al di là dei propri
confini per conquistare le anime degli altri, rivelandosi la più spietata in
assoluto. Al suono soave delle sue campane sono state sterminate intere
popolazioni, o no?
8)
I terribili costumi della religione musulmana
si perpetrano da secoli e sono denunciati da secoli, ben prima che un gruppo di
terroristi bombardasse gli Stati Uniti, ma fino ad oggi chi se n’è occupato?
9)
Quando parla di paesi sotto-sviluppati e di
cultura inferiore, non ricorda che gli aiuti forniti dall’Occidente, a
distanza, sono sempre finiti in qualunque tasca tranne che nei luoghi deputati
e che quelli forniti dall’Occidente “in loco” si sono sempre trasformati in
forme più o meno violente di colonizzazione.
10)Cara Fallaci, per arrivare infine al
nostro paese, se si tratta di piantare tende, di pisciare sui monumenti, di
sfregiarli addirittura, le nostre leggi lo consentono a tutti, cattolici e non:
pensi al Giubileo, pensi ad uno scudetto nel campionato di calcio…
Ma non venga a raccontarmi che se in Italia un musulmano tagliasse il
seno ad una delle sue mogli non verrebbe processato per direttissima!
11)Viviamo in una presunta democrazia e,
da noi, può e deve venire chiunque, esattamente come negli Stati Uniti, ma fare
solo quello che è consentito dalle nostre leggi. È lo scotto che paga una
democrazia che voglia dirsi tale: se questo cambia, non c’è democrazia.
12)Nel nostro paese esistono tanti
furbacchioni, cittadini italiani, che ci stanno rubando tutto, persino la
voglia di sventolare una bandiera ai mondiali di pallacanestro, per non dover
gridare accidentalmente “Forza Italia”. Gli immigrati dagli altri paesi non
c’entrano, né tanto meno la loro religione! Lasci, cara
Fallaci, che ci difendiamo dalla nostra religione, da chi vuole farci camminare
all’indietro, da chi si ostina ad ostacolare il diritto all’aborto, al
divorzio, all’ateismo, al non-matrimonio, all’eutanasia. Visto che lei ha smesso da tempo di occuparsi dei fatti italiani (e meno
male, mi scappa di dire), non si preoccupi… I nostri governanti e la nostra
opposizione non hanno bisogno del suo sprone e del suo avallo: sapranno
benissimo sbagliare da soli.
Ecco,
pressappoco. Non si potrebbe scrivere altrimenti. Dettagliare, circostanziare ogni singolo punto? E
perché? Non le sanno già tutti queste cose? Non ce ne
sarebbero altre mille da aggiungere? E poi… è questo
il luogo comune che piace tanto all’italianissimo
qualunquista, imperante nella rumorosa destra come nella rassegnata sinistra.
Dobbiamo rimanere su questo piano. Non andare a fondo, ma
fare leva soltanto sui comizi da pulpito. Che
riscaldano animi sonnolenti e gridano facili vendette.
Nascondiamoci
la necessità di portare i nostri occhi su ciò che è sano e su ciò che è malato;
su quel che è giusto e su quel che è sbagliato. Buttiamola ancora sul falso
problema della lotta tra bene e male. Trasformare una guerra
politico-economica in una guerra di religione, di vittoria di dio sul
diavolo, la renderà ancora più straziante, bugiarda, infida. E,
come tutte le Crociate, per niente democratica.
Sono ancora
troppo sgomento per rintracciare le cause e gli effetti di un disastro che mi
ha fatto versare lacrime vere. Ma una cosa è certa, non ho paura di sentirmi
dare del razzista se, a modo mio, cerco di difendere la verità da chicchessia,
che appartenga o no alla mia “cultura”…
(02/10/01)© Paolo Izzo
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