D&R - domanda e risposta
Intervista a Rita Bernardini – segretario dei Radicali italiani
La laicità dello Stato, fatte salve
alcune infruttuose schermaglie del recente passato, cade di
nuovo nel dimenticatoio della politica,
ingessata da un lato da sistematiche ingerenze vaticane e impegnata dall’altro
con le picconate di Beppe Grillo. Lo testimonia il
fatto che è passato quasi sotto silenzio l’anniversario (festa nazionale
fino al 1930, poi abolita da Mussolini) di quel 20 settembre
Siete tra i pochi che hanno manifestato per celebrare il 20 settembre…
Peccato che una marcia dedicata a quella data, appena imboccata la via
che porta lo stesso nome, XX Settembre appunto, non
abbia potuto percorrerla! Ce l’ha impedito la
Questura: volevamo transitare in piazza del Quirinale, ma dal momento che la
Presidenza della Repubblica non può essere disturbata da manifestazioni di
questo tipo, non è stato possibile. È incredibile come le istituzioni siano
insensibili a scadenze che richiamino la laicità dello
Stato. Sembra sia un tema che è meglio non affrontare. Il presidente della
Camera che, quando gli hanno spiegato che da un lato c’erano i radicali e
dall’altro quelli di Pax Christi che piangevano per i caduti pontifici, ha
detto: è una data controversa; il sindaco di Roma che ogni anno fa solo il
gesto burocratico di far portare una corona a Porta Pia, perché nemmeno ci va
personalmente… senza contare la censura da parte dei media,
sia sull’annuncio di queste iniziative, sia sul riferirne la cronaca.
Beppe Grillo, invece, di spazio mediatico ne ha
avuto molto. Forse perché il tema della laicità non l’ha proprio sfiorato?
Non lo so. So per certo che Grillo rappresenta una posizione da cui
siamo sempre stati distanti. Pur avendo condotto una lotta alla partitocrazia
che non è la lotta di un giorno, ma di decenni e che perciò è il giorno dopo
giorno, noi siamo anche stati sempre pronti a riconoscere quando le istituzioni
sono riuscite a essere veramente rispettose
della Costituzione, dimostrando che la nobiltà della politica ci può essere.
Non ci interessa la cultura dello sfascio: noi
vogliamo costruire, come abbiamo fatto con divorzio, aborto, obiezione di
coscienza e con tutti i referendum in cui i cittadini hanno potuto
pronunciarsi.
E come state facendo con la moratoria sulla pena di
morte, con l’eutanasia…
Tutti nel mondo riconoscono all’Italia una leadership nella battaglia
contro la pena di morte e, grazie ai Radicali, questo dà lustro al nostro
Paese. Sugli altri temi voglio aggiungere che da noi arrivano persone che
sentono di poter parlare anche quando non hanno materialmente la parola, come
Coscioni e Welby. Non è perché siamo migliori degli altri, ma perché cerchiamo di essere umani e di confrontarci con le persone e con le
loro vite. Di cui comprendiamo aspetti che nemmeno
sospettavamo, almeno non nel profondo. Questa disponibilità è necessaria
alla politica, se vuole dire qualcosa. Non ci vergogniamo di fare politica,
perché per noi è una cosa seria e nobile, non una schifezza come vorrebbe far
credere Grillo.
(Left n.39, 28/09/07)©
Paolo Izzo
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